— Proposta 2023 - 2024

CDVlab# TEATRODELL'OPPRESSO

Un percorso per chi ha già sperimentato dei percorsi teatrali e vuole continuare la propria formazione

I laboratori teatrali dei Compagni di Viaggio nei primi due anni si sviluppano su percorsi legati al teatro di parola, all’improvvisazione e alla messa in scena.

ll CDVlab è dedicato a chi ha già affrontato questi primi due anni o ha già sperimentato dei percorsi teatrali e vuole continuare la propria formazione.

Il CDVlab si articola in 2 momenti:

  • Prima parte

    si pone come obiettivo quello di sviluppare e implementare le competenze acquisite nei primi due anni e di svilupparne di nuove organizzando approfondimenti laboratoriali con professionisti del settore

  • Seconda parte

    sarà scelto, insieme al gruppo, un testo teatrale da mettere in scena.

L'analisi del personaggio e del suo essere sia fisico che psichico, in relazione con l'attore e le sue caratteristiche, sarà comunque parte fondamentale del lavoro in sede di laboratorio e a casa.

Il nostro metodo tende a lavorare sulle caratteristiche espressive di ogni partecipante per renderlo consapevole dei suoi mezzi e dei suoi limiti traendo vantaggio dagli uni e dagli altri, stimolando la creatività e la partecipazione.

Proposta 2023 - 2024

CDVlab#TEATRODELL'OPPRESSO

a cura di Antonella Delli Gatti
e con Marzia Scala

PER INFO E ISCRIZIONI info@cdviaggio.it – 3462422756

*nel costo è inclusa l’iscrizione annuale all’associazione, la tessera AICS e l’assicurazione

Il Teatro dell'Oppresso, in brasiliano Teatro do Oprimido, detto anche TdO è un metodo teatrale che comprende differenti tecniche create dal regista brasiliano Augusto Boal, già direttore del Teatro Arena di San Paolo negli anni 50.

Progettato per i non-attori, il Tdo utilizza il linguaggio universale del teatro come un mezzo per indagare la vita da parte di persone e comunità intere, di identificare i loro sogni e reinventare il loro futuro. 

 

Il metodo si articola in diverse tecniche utilizzate in oltre 100 paesi in vari ambiti di attivismo sociale e politico, di risoluzione dei conflitti, di costruzione di comunità, di terapia, riabilitazione, sensibilizzazione e anche per creare legislazione.

Il Teatro dell’Oppresso nasce in Brasile, in un clima di lotte operaie e contadine, in tempi in cui il regime oppressivo degli anni ’60 del Novecento non consentiva l’espressione di critiche né di liberi pensieri e opinioni in pubblico.

Boal, che aveva iniziato la sua carriera come attore e regista di una compagnia di giro, decise ad un certo punto che era necessario fare di più e così portò il teatro nella vita quotidiana delle persone, mostrando che ognuno di noi può influenzare attivamente gli sviluppi sociopolitici. Con gli anni si è poi diffuso in tutto il mondo dove viene comunemente utilizzato.

Cacciato dal Brasile, Boal si trasferì a Parigi, esportando le sue idee in Europa.

Se in origine questo metodo era principalmente un mezzo per rendere coscienti le persone rispetto ai conflitti sociali, nella sua interpretazione europea il Teatro dell’Oppresso è stato utilizzato per lavorare sui conflitti personali.

Alcune delle tecniche, in particolare quella del flic-dans-la-tête nascono da laboratori annuali svolti proprio a Parigi nel 1980 assieme agli animatori del Centre du Theatre de l’Opprimé per rispondere a una domanda nuova: come si possono affrontare col Teatro dell’Oppresso le questioni più interiori, in cui «il problema è nella persona più che nella situazione», senza cadere in una psicoterapia individuale ma tenendo fede ai principi del TdO di essere una ricerca collettiva di liberazione?

COME SI ARTICOLA IL CDVlab

Prima Parte - TDO

Lavorare con le tecniche del Teatro dell’Oppresso permette di creare uno spazio per comprendere meglio se stessi e la realtà circostante e sperimentare, in un contesto sicuro e di gioco, la propria necessità e capacità di azione per intervenire nella realtà in cui si vive. E’ uno strumento efficace per allenarsi ad essere protagonisti della propria vita, soggetti e non oggetti della storia, capaci di reagire concretamente e in modo propositivo alle sfide che la società attuale pone.

Il progetto intende utilizzare in particolare le tecniche del Teatro-immagine e del Teatro-forum.

 

Nel Teatro-immagine, una tecnica molto semplice e per questo immediata, il conduttore inviterà i partecipanti ad esprime fisicamente attraverso un’immagine individuale o collettiva, che ognuno interpreterà dal proprio punto di vista, dando inizio ad un confronto di idee ed esperienze attraverso il linguaggio del corpo.

Il Teatro-immagine introduce i gruppi al Teatro-forum, tecnica di teatro che punta a rendere gli spettatori protagonisti di un’azione drammatica. Questa tecnica permette ad un gruppo di realizzare delle brevi scene teatrali che rappresentano delle “questioni problematiche”, per poi discuterle coinvolgendo gli spettAttori ad entrare nello spazio di gioco teatrale e sostituire un personaggio così da proporre un cambiamento alla situazione rappresentata. Ogni alternativa, ogni piccolo cambiamento proposto in scena, produce delle conseguenze concrete che vengono valutate insieme e arricchiscono la discussione, indicando possibili strade che, se percorse, potrebbero portare ad un cambiamento. 

Seconda Parte - Spettacolo

Come da tradizione sarà scelto, da e con il gruppo, uno spettacolo che lo possa rappresentare e che sarà allestito per la rappresentazione finale in teatro.

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