Tra mito e creatività, L’ARTE DEL VIVERE E DEL MORIRE si offre come uno spazio emotivo insito alla natura umana, e negato, nella quotidianità, dalle nostre paure, dalle speranze, dalle aspettative. Attraverso il potere risanante dell’arte mimetica, Domenico Castaldo e il suo ensemble ci accompagnano in un percorso di drammaturgia musicale teso a manifestare ed accogliere le nostre fragilità e la forza delle metamorfosi, per riconoscersi in un moto infinito, proprio dell’essere umano, delle cose e del cosmo.
Lo spettatore sarà condotto in un viaggio emotivo attraverso una sinfonia di canti a cappella e testi poetici, tratti dalle poesie di Tagore, Tarkowski, e le riflessioni di Panikkar e Natalia Ginzburg. I canti sono originali, frutto di una lunga ricerca vocale in seno al LabPerm e legati a moti danzati ed azioni fisiche tesi a generare un trasporto empatico ed emotivo, si presentano come il motore scenico della drammaturgia. Anche in questo caso si tratta di un lavoro di gruppo, privo di scene, in cui il coro costituisce l’ambientazione viva, vibratile, e incarna una polis che, senza parole, interroga lo spettatore attraverso i suoni, attraverso elevazioni poetiche, attraverso l’emotività che cerca di rendersi pura nelle armonie.